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Per ceneri lodate ai gesti da amputare

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Verrà la fine e il sole gelerà
Pagandoci le spalle in preda alla stanchezza
In questa valle d’instabile pietà
Dove la quiete decade fra le stelle
Fingendosi infinita

Ecco la morte
Il nulla e le sue assenze
Il riposo costretto a meditare
A distanziare il vanto dei capelli
Ragioni di tormento vanità

Poveri corpi, tramonti d’illusione
Quando marciremo sbiancandoci le labbra
Se i fiori torneranno
Legando a rotazione
Passato e riverenze

Ecco la morte, naufragio e balia oscura,
Culla stabilita in processione
Dal nascere dei tempi  
In gloria agli avvoltoi per legge di bontà

Causa agli impegni per non mancare mai
Spine all’attesa, la fede come guida
E i passi senza strade
Per ceneri lodate ai gesti da amputare

Ecco la morte, il petalo scortese,
Lo scialle addosso al nome e l’impazienza
Di chi pestando l’erba
Ne incarna le ferite al sangue infermo

 

 

 

 

 

 


 


 Meth Sambiase - 21/04/2011 17:41:00 [ leggi altri commenti di Meth Sambiase » ]

le immagini sono forti, ma hai messo una chiave, la fede guida, per trarre fuori dallo svolgimento poetico un po’ di luce. Si respira nebbia, ma l’alba arriva lo stesso. Piaciuta.

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